Le capacità visive del bambino sono molto differenti da quelle dell’adulto, infatti nei primi anni di vita il suo sistema visivo è ancora immaturo e non gli consente di distinguere nitidamente le forme e percepire i colori chiaramente.
Nei primi giorni di vita il bambino ha una visione piuttosto grossolana, non è ancora in grado di visualizzare i dettagli di una figura ma è attratto dai contrasti e dalle variazioni di luminosità. La sua acuità visiva è di soli 0,5/10 e il piccolo percepisce un oggetto a circa 20 cm, misura che corrisponde alla distanza tra il volto del bambino tenuto in braccio e il viso della mamma.
A 1 mese il bimbo inizia a fissare le forme e viene attratto in particolare da oggetti in movimento o fonti luminose.
A 2-3 mesi il bambino è in grado di guardare le immagini nel loro insieme: non risulta quindi più attratto solo dai contrasti e dai contorni. Il piccolo inizia ad osservare le proprie mani e comincia a mostrare delle preferenze cromatiche, in particolare sembra preferire il rosso, il blu e il viola. Migliora la messa a fuoco di oggetti a diverse distanze e, iniziando inoltre a controllare il capo, migliora la sua capacità di esplorazione dell’ambiente e la sua capacità di seguire un oggetto in movimento.
A partire dai 4-6 mesi il piccolo riesce a discriminare il blu dal verde e dal viola, il rosso dal giallo e dal rosa, il giallo dal blu, dal rosso e dal verde. L’acuità visiva del bimbo prosegue nel suo miglioramento: riesce a fissare oggetti posti ad una distanza di 90 cm-1 metro. In questa fase il piccolo perfeziona la coordinazione occhio-mano: il bambino è attratto dagli oggetti che lo circondano, è in grado di afferrarli e progressivamente impara ad esplorarli con il tatto.
A 9-12 mesi il bambino è in grado di ricercare attivamente gli oggetti nel suo campo visivo, non necessariamente con uno spostamento del capo, ma anche con il semplice spostamento degli occhi. Emerge la percezione della profondità e il bambino è attratto da oggetti tridimensionali (cubetti, palline) che può manipolare con facilità. L’ampiezza del campo visivo del bambino da questa età è paragonabile a quella di un adulto anche se l’acuità visiva è ancora di 4/10. Anche la percezione del colore è ormai paragonabile a quella dell’età adulta e si sviluppa la capacità di distinguere le diverse figure geometriche.
A 18 mesi il bambino sa identificare somiglianze e differenze, sia riguardanti la forma che il colore. Inizia ad interessarsi al disegno ed ai particolari, e aumenta in lui la capacità di vedere gli oggetti di lato (quindi non più solo in prospettiva frontale).
Interessanti studi hanno approfondito, in particolare, le preferenze cromatiche dei bambini nella fasciad’età tra i 3 e i 4 anni. Alcuni studisono stati rivolti alle preferenze cromatiche che i bambini mostrano nella fascia d’età tra i 3 e i 4 anni. A questo proposito il rosso sembra essere il colore preferito sia dai maschi che dalle femmine. Non ci sono evidenze rispetto ad un’effettiva presenza di stereotipi di genere, quali una preferenza per il rosa nelle bambine e dell’azzurro nei maschi, se non legati a componenti educative e sociali. Nonostante entrambi i generi preferiscono colori brillanti a colori più scuri, questa tendenza si riscontra maggiormente nelle bambine.Alcuni autori hanno inoltre indagato come si sviluppi nei bambini la capacità di dare un nome ai colori. Sembra infatti che i bambini apprendano i nomi dei colori secondo una sequenza fissa: il primo colore che i bambini imparano ad etichettare è il rosso, seguito dal verde, dal giallo e dal blu e poi dal marrone, al rosa, dall’arancio e dal viola. In questa fascia d’età i bambini mostrano anche la tendenza ad associare un particolare colore ad un’emozione.
A Partire dai 3 anni i bambini associano colori brillanti ad emozioni positive e colori più scuri ad emozioni negative: il giallo viene spesso associato a volti sorridenti, mentre il blu a volti che esprimono tristezza.
Lo sviluppo del sistema visivo viene considerato concluso intorno ai 5-6 anni del bambino, fase in cui l’acuità visiva raggiunge i livelli tipici dell’età adulta.
A cura della Dott.ssa. Chiara Capuccini